Acheloo, figlio del titano Oceano e della titanide Teti, primo fra tutti i fratelli fiumi era immaginato in forma di toro, come spesso anche altre divinità fluviali. Compare nel ciclo delle fatiche di Eracle: infatti aspirava alle nozze con Deianira, figlia di Eneo, re degli Etoli, che era stata chiesta in moglie proprio da Eracle.
Durante la lotta fra i due, Acheloo si trasformò prima in toro, come narra Sofocle, poi in un drago viscido e iridescente ed infine in un uomo dalla testa di bue, ed Eracle gli strappò un corno.
L’episodio è narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Allora Acheloo si considerò vinto e gli cedette il diritto di sposare Deianira, ma gli richiese il suo corno, dandogli in cambio un corno della capra Amaltea, la nutrice di Zeus, ossia la cornucopia. Un’immagine fedele del mito, compresa la cornucopia si trova a casa de’ Mezzan, a Feltre.
Presso la casa di Eneo, re di Calidone e di sua moglie Altea, sorella di Meleagro e Tideo, si erano riuniti numerosi pretendenti alla mano della loro figlia Deianira. Tra di essi era presente anche Acheloo, divinità fluviale dell’Etolia che aveva la facoltà di assumere qualunque aspetto.
Mentre tutti i pretendenti erano riuniti in una grande sala, all’improvviso fece il suo ingresso Eracle (Ercole nella mitologia latina) ornato con la pelle del leone che aveva ucciso nella pianura di Nemea. Alla sua presenza tutti i pretendenti di Deianira, nonostante fossero uomini abili e valorosi nell’arte della guerra, si ritirarono tranne Acheloo che rimase a contendere con Eracle la mano della fanciulla.
Eracle, per convincere Deianira ad accettarlo come sposo iniziò a declamare le sue origini divine dicendo che sarebbe diventata nuora di Zeus. Per contro Acheloo ribatteva che era il dio di un grande fiume e che non era odiato da nessuno al contrario di Eracle che era perseguitato da Era, la sposa di Zeus. A quel punto Eracle disse che meglio delle parole, contavano i fatti per cui sfidò Acheloo a duello.
I due rivali si disposero nell’arena ed iniziarono a scrutarsi. Il primo a muoversi fu Eracle che presa una manciata di sabbia da terra la gettò sul viso di Acheloo. Questi per poco non rimase accecato ma subito si riprese e si scagliò contro Eracle.
A lungo i due contendenti combattevano avvinghiati l’uno all’altro e senza esclusione di colpi. Alla fine però Eracle riuscì a svincolarsi e a montare sulle spalle di Acheloo immobilizzandolo.
Acheloo era sul punto di soccombere quando si trasformò in un gigantesco serpente.
La vista del serpente avrebbe fatto inorridire chiunque ma non Eracle che invece si mise a ridere mentre ricordava ad Acheloo che ancora in fasce aveva ucciso i due serpenti che Era gli aveva inviato per ucciderlo.
A quel punto Ercole stringe forte con una sola mano la testa del serpente e stava per soffocare Acheloo che prontamente si trasformò in un enorme toro.
Eracle, per nulla intimorito a quella vista, lo afferrò per le corna e lo scaraventò a terra con talmente tanta forza che si spezzò una delle due corna ed in questo modo Acheloo fu mutilato per sempre.
A quel punto per sfuggire ad Eracle, Acheloo si gettò nel fiume Toante che da allora prese il suo nome (in greco moderno è Aspropòtamo, il secondo fiume per lunghezza della Grecia)e da quell’episodio Acheloo venne rappresentato con il corpo di un toro e la testa di un uomo barbuto o con il corpo umano e la testa di un toro ma sempre con un solo corno.
Acheloo si considerò vinto e gli cedette il diritto di sposare Deianira ,ma rivolle indietro il suo corno e dette in cambio ad Eracle il corno della capra Amaltea, ossia la cornucopia .
Dalle gocce di sangue di Acheloo nacquero molte altre divinità rappresentanti i fiumi delle principali Poleis, come Pirene di Corinto, la fonte Castalia di Delfi, la fonte Dirce di Tebe, Ghelos cioè il fiume Gela e L’Amenano di Catania.
Una delle interpretazioni che si danno a questo episodio è che Acheloo non era altro che un fiume dell’Etolia che ricordava un serpente per via del suo percorso sinuoso, che frequentemente straripava in maniera prorompente come la carica di un toro. Quando arrivò Eracle questi arginò il suo corso costringendolo a scorrere in un solo letto (l’allegoria con il corno strappato) portando in questo modo prosperità alle regioni che attraversa.