La Chiesetta di San Biagio… a Gela. Si favoleggia sulle sue origini. Si raccontano storie, si tramandano leggende…
…La leggenda piú bella ha preso spunto da una misteriosa data, il 1099, composta a pietruzze su una mattonella di cotto che fino a non molto tempo fa era visibile in cima alla porta a Sud.1
Quell’anno pare che i Musulmani abbiano tentato di riconquistare l’isola perduta nella quale, a leggere Ibn Hamdis, avevano lasciato la memoria e l’anima. Dove sbarcare la rinnovata forza della mezzaluna se non sulla spiaggia di Gela, da sempre e per sempre luogo ideale di sbarco e d’invasione? Cosí, una serena notte di primavera siciliana, il firmamento si specchiò nei lucidi metalli saraceni tornati dopo otto anni in quelle coste; e all’alba, quando i primi cenerini chiarori fecero luccicare il dorso ai cefali guizzanti nelle acque placide del fiume Maroglio, il presidio normanno, esterrefatto ed incredulo, si ritenne perduto. Fumate di fieno umido rapidamente furono alzate a dare l’allarme, mentre si tentavano i primi assalti sulla collina dove giacevano sepolte le reliquie dell’antica colonia greca.
Chi o cosa avrebbe potuto fermare il mulinello di lame ricurve agitato da braccia di forza selvatica e rabbiosa? Chi avrebbe potuto resistere all’urto e all’impeto di quegli uomini da anni col petto colmo di rancore e nostalgia?
Ben presto la strage fu consumata. Molte teste normanne vennero allineate lungo i muri della chiesetta di san Biagio, dove gli ultimi soldati avevano trovato rifugio.
Ma i segnali di fumo erano stati scorti. Da Butera venne giú l’esercito dei Normanni al comando del conte Enricos. La battaglia si accese furibonda: Cristiani e Musulmani facevano a gara a superarsi in perizia e valore. Per lungo tempo nessuna delle due parti riusci ad avere il sopravvento: le sorti rimanevano incerte. Poi, d’improvviso, al tramonto, un intenso fulgore rossastro si concentrò sopra la cavalleria cristiana, come se il disco del sole, invece di sperdersi oltre la chiostra dei monti, fosse scivolato per fermarsi lí a mezz’aria: in esso prese forma un biondo angelo armato il quale gridava: «Mi-cha-El?, Mi-cha-El?». Era l’arcangelo Michele, il cui nome vuol dire «Chi piú grande di Dio?» o «Chi contro Dio?», venuto a soccorrere e a piegare le sorti della battaglias. Con simile condottiero i Cristiani riuscirono facilmente a travolgere e sterminare i Musulmani atterriti e i pochi superstiti che riuscirono a guadagnare le navi, giurarono sul profeta Maometto che se fossero giunti vivi sulle coste africane, mai piú armata araba avrebbe messo piede sull’isola, ormai perduta irrimediabilmente.
Il 1099. Un mattone di terra rossa. Ricordo della vittoria cristiana sui musulmani o anno di costruzione? O che altro? Che strano segreto nasconde questo numero, che cabala?…
Enzo Papa
-Tratto da Storie e usanze popolari di Gela raccolta analogica di Virgilio Argento